Un Forrest Gump italiano con un pizzico di La Vita È Bella.
Inferiore, forse, tecnicamente e per colonna sonora, all'americano, ma superiore per messaggio.
Racconta la vita del siciliano Arturo, dal concepimento all'età adulta, e di come essa sia stata sempre condizionata (come quella di ogni siciliano e di ogni italiano) dalle vicende mafiose che si svolgono in parallelo.
Pif e Cristiana Capotondi (Arturo e Flora) |
Tra ricostruzione storica (accuratissima quella degli interni e dei costumi) ed eventi fantastici vediamo Arturo fare conoscenza con personaggi come Rocco Chinnici, Boris Giuliano, il Generale Dalla Chiesa, Salvo Lima.
Con la morte di Falcone e Borsellino si risveglierà la sua coscienza civica e nella commovente sequenza finale, lo vedremo accompagnare il figlio in una visita alle lapidi commemorative delle persone citate sopra, per spiegarli il loro sacrificio e il significato delle loro opere.
Tra scene comiche ed eventi tragici, un pizzico di cinismo e molta realtà vediamo la (giusta) celebrazione di personaggi che dovrebbero stare sui libri di storia e che invece, salvo l'intestazione di qualche via, sono poco celebrati.
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