22 settembre 2012

Erica Mou - Harem

Appena stato ad un suo concerto (no, non quello nel video), nella roboante cornice di... San Giuliano Milanese. Una trentina di persone infreddolite che quando sarà famosa potranno dire (con malcelato orgoglio) "io c'ero sin dall'inizio".
Oltre alle doti canore evidenti, oltre ai testi non banali (notare che molti di essi li ha scritti da ragazzina), oltre alle atmosfere suggestive, va segnalato che la "base" delle canzoni, che molti si "portano da casa" lei le prepara al momento insieme al suo socio MaJiker (arrivato dalla Svezia apposta per lei, pare).



Farà strada.

20 settembre 2012

Baustelle - Il Corvo Joe

tratta da "Malavita"



I barboni mi guardano mentre mastico la lucertola
anche oggi è domenica tutta d'oro la gente luccica
mentre osserva le anatre inventandosi la felicità
la sorvolo e capisco che maledice la mia diversità
ma nel parco ci abito è la vita mia esser simbolo
di paura e di morte, sono tenebre i miei abiti
i bambini sorridono "mamma guardalo, che bestiaccia è?"
gli alberi mi consolano apro le ali e resto immobile
gli studenti li evito
preferisco le ricche vedove
con gli anelli di platino
sono un ladro ma fine gentleman
Io sono il corvo Joe
faccio spavento
state attenti lasciatemi stare
solo certi poeti del male mi sanno cantare!
I borghesi si siedono e poi leggono il giornale
i ragazzi si baciano, mezzogiorno sta per scoccare
senza grazia e gracchiando mi avvicino e poi li supplico
se soltanto per oggi fossi libero di parlare
"piacere: corvo joe,c'è da mangiare?
solo sassi sapete lanciare
meritate di andare per me nell'eterno dolore"
Io sono il corvo Joe
faccio paura
state attenti lasciatemi stare
solo certi poeti del male mi sanno cantare!
Ma vi perdono
perchè in fondo portate nel cuore
sangue che è destinato a seccare
vivete a morire

18 settembre 2012

A Scanner Darkly/Come Ammazzare Il Capo...

visto che sono in ferie... mi sono dedicato allla visione selvaggia dei film...

A SCANNER DARKLY
Libro letto ma (colpevolmente) non recensito :-(
>tratto dall'omonimo romanzo (in italiano "Un Oscuro Scrutare") di Philip Dick :love:, ne ricalca fedelmente la storia e la caratterizzazione. Gli attori, come saprete, sono stati "ricalcati" al computer per sembrare cartoni animati (tecnologia che permette di rendere più agevole la realizzazione della "tuta disindividuante", credo) dando un effetto un pò gommoso (i primi piani di Keanu Reeves all'interno della sopracitata tuta facevano molto cartoon anni '80 in cui si riprendevano le medesime animazioni più volte in più episodi per risparmiare soldi). Personaggi ben resi e ben interpretati dagli attori scelti (oltre al già citato Keanu Reeves, cìè un Robert Downey Jr bastardissimo!!!).
A chi importa che non sia mora?
Finale strappalacrime. Se avete amato il libro amerete anche il film (realizzazione a parte) e se non avete letto il libro vedere il film vi spingerà a leggerlo. Unica pecca (per i puristi come me, e mi rendo conto di contraddirmi leggermente con quanto detto sopra): Wynona Ryder nel ruolo di Donna Hawtorne doveva essere MORA: tutte le "cattive" di Dick sono more, tratto comune a tutti i suoi romanzi. Però fa vedere le tette (sarà lei?), quindi le si perdona tutto.



COME AMMAZZARE IL PROPRIO CAPO E VIVERE FELICI.
Tre amici si ritrovano al bar tutte le sere e parlano dei loro problemi lavorativi, dovuti ai relativi capi... come risolverli? Facciamoli fuori! Ma noi non saremmo capaci! Assoldiamo un killer!
... questa è il vostro dentista...
rMa, se il killer assunto è un fanfarone, e i tre capi risultano più isterici di quanto previsto...
Bellissimo film comico, forse un pò troppo sboccato, con i tre attori protagonisti spalleggiati da altrettanti attori famosi nella parte dei capi (l'arrap
ata/arrapante Jennifer Aniston, Kevin Spacey, Collin Farrel e una partecipazione di Donald Sutherland)...
Trovate esilaranti, equivoci, sparatorie, inseguimenti in macchina... c'è tutto (a parte la Aniston che non fa vededere le tette)!!!!

17 settembre 2012

TtA#21 - Fratello Nicodemo II -

Imagine is not related
Il locale ristagnava di fumo, odore di fritto e musica fastidiosa. I tavoli in legno erano pregni dell’unto dei cibi e sfregiati dagli “io sono stato qui” lasciati da avventori maleducati e narcisisti. La cameriera guardò le lancette dell’orologio a muro augurandosi che il loro scivolare verso la fine del turno accelerasse, quando la sua attenzione fu colta dall’entrata di un uomo in saio. Cappuccio calato sul volto e mani incrociate nascoste dentro le larghe maniche, si sedette al posto libero al bancone. I pochi avventori presenti lo fissarono sorpresi per qualche secondo, poi tornarono a pensare ai loro problemi da affogare in alcol e porcherie ipercaloriche. La cameriera si diresse ancheggiando verso di lui, masticando vistosamente la gomma americana che ormai non sapeva più di menta.
«Il signore desidera?» chiese in tono quasi provocatorio.
«Nostro Signore desidera solo il nostro bene» rispose il frate impassibile.
«Intendevo dire, le porto qualcosa, padre?».
«No, non sono tuo padre».
«…».
«Al massimo fratello».
«Scusa?».
«Al mondo siamo tutti fratelli».
«Oh, scusa, chissà cosa avevo capito» rispose lei ironica. «Qui c’è l’obbligo di consumazione. Almeno un cappuccino lo devi prendere».
«Chissà perché danno tutti per scontato che io voglia un cappuccino».
«Perché sei un prete?».
«Non sono un prete».
«Oh, nervosetto? Te lo faccio decaffeinato?».
«Una Kapuziner».
«Scusa?».
«Una birra».
«Oh, certo» rispose lei sorpresa.
Fece il giro del bancone e iniziò a spillare la birra. «Non pensavo voi preti beveste alcol».
«Non sono un prete. E ammetto di fare molte cose inconsuete per molti miei fratelli».
«Uhm».
Appoggiò la birra sul bancone sporgendosi in avanti, mettendo in bella mostra la scollatura.
«E tra le cose inconsuete cos’altro c’è?».
«Oh, non credo che ti piacerebbe saperlo».
«Uh, magari sì. Alle ventidue spaccate scappo da questo postaccio. Ci vediamo sul retro?».
«Se proprio vuoi» rispose lui facendo capolino dal suo cappuccio.
«Finalmente ti vedo in faccia» rispose lei. «Hai anche un nome?».
«Chi vuole può chiamarmi Nicodemo».
«Ciao Nicodemo. Sono Heater».
«Lo sapevo già».
«La mia fama mi precede?».
«La tua fama mi porta verso di te».
«Lusingata. Sei stato fortunato che questa sera non si sia presentato nessuno d‘interessante».
«Lo prendo come un complimento».
«Allora a dopo» disse lei ridendo mentre si dirigeva verso un tavolo da pulire.
Alle 22.17 la cameriera attendeva già da un po’ sul retro del locale. Si guardò intorno. Il vicolo pareva deserto. Che il prete, fratello o monaco o il diavolo che era le avesse tirato un bidone? Certo, riuscire a traviare un uomo di chiesa sarebbe stato un bel colpo. Ma sentiva che questo aveva qualcosa di strano… che la attraeva e rifuggiva allo stesso tempo. Frugò nervosa nella borsetta, e tirò fuori un pacchetto di sigarette già iniziato. Ne prese una, la fissò e questa si accese. Tirò due boccate spazientita, poi fece per andarsene. Il frate sbucò dall’ombra in quel momento.
«Mi hai spaventata» gli gracchiò contro.
«Carino il trucco della sigaretta» disse lui.
La cameriera fece per scagliarsi verso di lui, ma l’uomo tirò fuori un aspersorio.
«No, senti, possiamo parlarne!» supplicò lei.
«Succube?».
«Come passatempo. Una ragazza deve pur divertirsi in qualche modo».
Lui la fissò di sbieco.
«Ok, sì, ma solo per arrotondare lo stipendio».
Lui la guardò ancora peggio.
«Va bene, sono una maledetta succube venuta qui dritta dall’inferno per sedurre uomini piacenti, nutrirmi della loro energia vitale e far finire le loro anime all’inferno dove il mio capo potrà tormentarle per l‘eternità».
«Hai riptetuto due volte “inferno”».
«Sono nervosa».
«Nome?».
«Quello da demone? Scordati che ti dica…».
«Quello del tuo capo» la interruppe il frate, «Che vuoi che me ne freghi di una sciacquetta alle prime armi!».
«Hey, ho centosettantadue anni di onorato servizio!».
«A casa ho sandali più vecchi di te».
«Ma tu indossi anfibi!».
«I sandali li colleziono».
La succube rimase interdetta. Quest’uomo, era da prendere sul serio oppure no?
«Te l’avevo detto: faccio cose inconsuete anche per i miei fratelli. Ora: puoi dirmi il nome?».
«Te la sei presa perché ho cercato di sedurti? Cazzo, è la mia natura, non posso non farlo».
«E io non posso non fare quello che va fatto. Il nome, grazie».
«Non posso dirti il nome, diavolo, Nagarotto mi ucciderebbe».
«Nagarotto? Diavolo tormentatore adorato dal Patriarcato Nero?».
La succube, capendo di averla fatta grossa, si lanciò addosso al frate. Questi le gettò addosso acqua santa dall’aspersorio, ma lei gli era già addosso che cercava di mordergli il volto.
«Signore Gesù Cristo» recitò lui, a fatica, schiacciato a terra dalla nemica. «Verbo di Dio Padre e Signore dell'universo, tu hai dato agli Apostoli il potere di scacciare i demoni nel tuo nome e di vincere ogni assalto del nemico…».
Combattere e parlare gli veniva difficile, ma resistette e continuò:
 «Ti supplico di infondere in me la tua forza perché, saldo nella fede, possa combattere lo spirito maligno che tormenta questa… questa…».
  Davanti al suo esitare, la succube sibilò trionfante. Schizzi della sua saliva gli colpirono il viso, scottandolo e sfrigolando sulla sua pelle. Il frate rotolò di lato, lasciando sotto di sé la nemica. Le mise le ginocchia sulle braccia per bloccarla.
«Ti ordino, Satana, seduttore del genere umano: riconosci lo Spirito di verità e di grazia, lo Spirito che respinge le tue insidie e smaschera le tue menzogne. Esci da questa creatura».
«Hai sbagliato la formula, cretino!» lo schernì lei.
Nicodemo, rabbuiato e un po’ in agitazione, estrasse una Bibbia dalla manica del saio e iniziò a colpire la nemica sulla testa. La pelle sulle contusioni del viso della ragazza iniziò a screpolarsi, a sfaldarsi e a cadere, mostrando il vero volto, allungato e dalla pelle scura, del demone che era realmente. Il frate proseguì a colpirla con maggior forza, come in preda a un furore sacro. Il corpo della succube aveva iniziato ad ardere. Nicodemo,standole seduto addosso ne sentì il calore e fu costretto ad alzarsi. Recuperò l’aspersorio e le gettò addosso l’acqua santa in esso contenuto. Il demone giaceva ora a terra fumante, in un odore di gomma bruciata.
«Amen» disse il frate facendosi il segno della croce. «Sarà morta?» si chiese, tirandole un calcio con la punta degli anfibi Non vide nessuna reazione, aspettò un attimo, e la scalciò di nuovo.
 La succube si destò, scattò in piedi e lo spinse contro alcuni bidoni della spazzatura, facendolo rotolare per terra per alcuni metri. Il frate cercò di alzarsi e recuperare la Bibbia, tenendosi le costole che gli dolevano. Lei gli fu addosso e lo schiacciò di nuovo a terra. Il frate iniziò a recitare le sue ultime preghiere:
«Signore, ti prego perdona i peccati di questo tuo umile servitore che troppe volte…», per fermarsi quando si accorse che nulla succedeva.
Aprì gli occhi e guardò quello che restava di Heater: era ormai una statua inerme di carbone, quasi un fossile. L’uomo raccolse le sue forze e se la levò di dosso. Questa cadde a terra fracassandosi in mille pezzi di polvere nera. Nicodemo si rialzò e si ricompose, ridendo nervosamente.
«Cosa sta succedendo?» urlò il proprietario del bar, uscendo in quel momento dalla porta sul retro. «Oh, niente, dei vandali stavano dando fuoco alla spazzatura. Li ho scacciati e ho spento le fiamme. A momenti mi scottavo».
«Oddio! Tutto bene, frate?».
«Sì, mi ha chiamato con il titolo giusto! Il primo, stanotte!».
«Scusi?».
«Sì, tutto bene» rispose lui sospirando.
«Vuole entrare? Sistemarsi in bagno? Vuole qualcosa da bere?».
Lui ci pensò su un attimo.
«Magari un cappuccino. Decaffeinato, però».
«La facevo tipo da birra» rispose l’altro.
«Con il rispetto dovuto, la Kapuziner, qui, è un po‘ annacquata».
«Oh, mi dispiace non le sia piaciuta. Deve essere stato il fondo del barilotto. Le offro una Franziskaner?».
«Oh, come posso rifiutare?».
«Senta, fratello» chiese il proprietario facendogli strada nel locale, «Vorrei parlarle di una mia dipendente, una cara ragazza, ma temo stia prendendo una brutta strada. Vede, questa ragazza, che si chiama Heater…».


Le preghiere di esorcismo sono tratte da: http://esorcismo.altervista.org/esorcismo_maggiore.htm

04 settembre 2012

Fronte & Retro #15 - Emma Frain

Dovrebe essere la donzella citata nel titolo del post, ma non ne sono sicuro... metto il nome lo stesso sperando come specchietto per le allodole (leggi: attirare gente nelle ricerche fatte a nome della medesima).
Non seguo il Grande Fratello in Italia, figuriamoci quello in Inghilterra... "Allora perché trovo tutte queste immagini?", mi chiedo. "Non sono io a trovare loro, sono loro che vengono da me. INsomma: se avete la faccia da cannaioli gli spacciatori vengono a vendervela, se non ce l'avete vi girano alla larga...
Ah, non so cosa significhi la scritta in inglese, non sono sicuro nemmeno di leggerla bene... (quanta ignoranza... che topic di basso livello... prometto di migliorare in futuro!).