31 maggio 2009

Addio Paolino e ciao Carletto


Oggi è stata la partita d'addio per due icone rossonere:


PAOLO MALDINI


Quando da bambino iniziai a seguire le vicede calcistiche grazie a mio nonno che mi ha fatto milanista, lui giocava già, e, inutile dirlo, è l'ultimo rimasto di quella squadra, per la precisione, quella della stagione 1986-1987. Con lui gli scudetti del Milan sono diventati 17 (prima erano 10), le coppecampioni/championsleague 7 (prima erano 2), e così via. Gli anni rivoluzionari di Sacchi, quelli imbattibili di Capello, lo scudetto inaspettato del '99, i trionfi degli ultimi anni, e i periodi di chiaroscuro che li hanno intramezzati. Paolo c'è sempre stato e ha sempre dato il suo apporto di grande professionista e persona. Ora, all'alba dei 40 anni, lascia quel mondo che tanto gli ha dato e a cui tanto ha dato. Speriamo, prima di trovarne un degno erede, non debba passare altrettanto tempo.



CARLO ANCELOTTI



Ex giocatore, prorio del Milan di cui parlavo sopra, è arrivato come allenatore, dopo le due contestate stagioni juventine, nel 2002, per sostituire quel Terim su cui si faceva tanto affidamento poi invece nisba. Acciuffata la qualificazione ai preliminari per il rotto della cuffia, eccolo la stagione dopo vincere la Champions League. Il merito di Carlo è quello di aver riportato il Milan a lottare in Europa e in Italia dopo anni travagliati e di alti e bassi. Due Champions, uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa del Mondo per Club i suoi triofi. Alternati purtroppo ad alcuni tonfi (Istambul, in primis, e le ultime due annate scadenti, successivamente). Il suo addio è il frutto di un ciclo giunto al termine, come una storia d'amore che finisce, ma in cui i momenti brutti che ne hanno decretato la fine, non devono cancellare i tanti momenti belli passati insieme. Adesso rischiamo di trovarcelo avversario nelle prossime edizioni della Champions League... purtroppo.


Ciao Paolo e Carlo, non vi dimenticheremo.

28 maggio 2009

Barcellona campione d'Europa





Arriva Guardiola, tecnico giovane serio e competente, caccia le "mele marce" (ah, prego.... una ce la siamo presa noi!) e riparte da gente umile e senza grilli per la testa. Tira su una grande squadra con un attacco da paura e (cosa sottovalutata) un centrocampo coi controcazzi. Puyol, Iniesta, Xavi, Messi, Eto'o (che se ne voleva andare... e ora è capocannoniere) e Henry.
Speriamo che anche in Italia si impari a fare così (e che ce lo si ricordi soprattutto sulla sponda rossonera del naviglio, interesse egoistico) e si ritorno a quel periodo d'oro in cui su tre finali di Coppe Europee piazzavamo tre o quattro squadre ogni anno.

07 maggio 2009

Come riconoscere un ictus cerebrale

Come riconoscere un ictus cerebrale...
Durante una grigliata Federica cade.

Qualcuno vuole chiamare l'ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere
inciampata con le scarpe nuove.
Siccome era pallida e tremante la aiutammo a rialzarsi.
Federica trascorse il resto della serata serena ed in allegria.
Il marito di Federica mi telefonò la sera stessa dicendomi che aveva sua moglie in ospedale.
Verso le 23.00 mi richiama e mi dice che Federica è deceduta.

Federica ha avuto un'ictus cerebrale durante la grigliata.
Se gli amici avessero saputo riconoscere i segni di un 'ictus,
Federica sarebbe ancora viva.

La maggior parte delle persone non muoiono immediatamente.
Basta 1 minuto per leggere il seguito:

Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore
dall'attacco si può facilmente porvi rimedio.
Il trucco è riconoscere per tempo l'ictus!!!
Riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia.
Cosa che non è facile.

Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha
avuto un'ictus cerebrale:

- Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);
- Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà;
- Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);
- Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme).

Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso.
Descrivete i sintomi della persona per telefono.
Un medico sostiene che se mandate questa è- mail ad almeno 10 persone,
Si può essere certi che avremmo salvato la vita di Federica, ed eventualmente anche la nostra.

Quotidianamente mandiamo tanta spazzatura per il Globo, usiamo i
collegamenti per essere d'aiuto a noi ed agli altri.

Sei d'accordo? Io si


Queste poche informazioni sono estremamente utili a tutti, fatele girare a quante più persone possibili.


mi dispiace avervi propinato la storiella triste (non nel senso che finisce male...), ma del resto fa parte del racconto.

02 maggio 2009

daniele silvestri - l'uomo col megafono



L'uomo col megafono parlava parlava parlava di cose importanti, purtroppo i passanti, passando distratti, a tratti soltanto sembravano ascoltare il suo monologo,
ma l'uomo col megafono credeva nei propri argomenti e per questo andava avanti, ignorando i continui commenti di chi lo prendeva per matto...

però il fatto è che lui... soffriva... lui soffriva... davvero


L'uomo col megafono cercava, sperava, tentava di bucare il cemento e gridava nel vento parole di avvertimento e di lotta,
ma intanto la voce era rotta e la tosse allungava i silenzi, sembrava che fosse questione di pochi momenti, ma invece di nuovo la voce tornava, la voce tornava...

Compagni! Amici! Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!

L'uomo e il suo megafono sembravano staccati dal mondo, lui così magro, profondo e ridicolo insieme, lo sguardo di un uomo a cui preme davvero qualcosa,
e che grida un tormento reale, non per un esaurimento privato e banale,
ma proprio per l'odio e l'amore, che danno colore e calore, colore e calore ma lui... soffriva... lui soffriva... davvero

Compagni! Amici! Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!