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Non si fermano le proteste in Brasile contro le spese per i Mondiali di calcio e contro la corruzione dei politici. A scatenare il caos l'aumento dei prezzo per i trasporti pubblici. Ma neanche lo stop ai rincari ha fermato la discesa in piazza dei manifestanti in tutto il paese. La presidente, Dilma Rousseff, ha convocato venerdì mattina alle 9.30 (le 14.30 in Italia) un gabinetto di crisi con i ministri più vicini. La scorsa notte sono scese in piazza almeno 500mila persone. E si è registrato il primo morto a Ribeirao, dove un manifestante è deceduto dopo essere stato investito da un auto.
Mentre negli stadi si esulta e gioisce per le partite della Confederations Cup, nelle strade la situazione si è fatta incandescente. La presidente Dilma Rousseff ha prima annunciato di aver annullato il previsto viaggio di a Salvador, nello stato di Bahia, e la prevista visita ufficiale in Giappone della prossima settimana. Quindi ha convocato il gabinetto di crisi
A Rio de Janeiro, un pulmino della rete tv SBT è stato dato alle fiamme e cinque tra giornalisti e operatori sono rimasti lievemente feriti. La polizia, che ha usato mezzi blindati, ha caricato i manifestanti che lanciavano molotov contro la sede del comune, già bersaglio di violenze nei giorni scorsi. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti da pallottole di gomma, così come un giornalista di GloboNews. Numerosi gli episodi di saccheggio.
A Brasilia, circa 25 mila manifestanti si sono accampati sul prato di fronte al parlamento nazionale. La polizia militare ha circondato il palazzo di Planalto, sede della presidenza, e ha usato gas lacrimogeni. Alcune frange violente hanno lanciato bombe molotov contro la sede del ministero degli Esteri, ma il principio di incendio è stato prontamente domato dai vigili del fuoco. I manifestanti hanno lanciato pietre contro le vetrate dell'edificio, mandandole in frantumi.
A San Paolo, circa 30 mila persone hanno invaso l'Avenida Paulista, principale arteria della città. Alcuni esponenti del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra) della presidente Dilma Rousseff sono stati spintonati e allontanati. I manifestanti hanno anche bruciato bandiere del Pt.
Scontri tra polizia militare e manifestanti anche a Salvador de Bahia, dove si è giocata la partita Nigeria-Uruguay, valevole per la Confederations Cup. Gli agenti hanno caricato per disperdere la folla che si dirigeva verso lo stadio. Momenti di tensione e scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si segnalano anche a Belem, Porto Alegre e Campinas.
Giusti o sbagliati che siano i metodi di protesta, è da segnalare la protesta di un popolo da sembre stereotipizzato come "calcio e nullafacente"
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