Ci sono cose che fanno parte della "cultura generale" e che sono talmente diffuse che se non le sai sei tagliato fuori. Puoi dire orgogliosamente "ma che ne so io di queste coseeeeee" fingendo di celare la tua superiorità per non farti trattare come un emarginato.
Oppure puoi frequentare corsi di aggiornamento e riportarti alla pari. Talvolta conformandoti alla massa per pura formalità altre scoprendo un mondo che ti eri perso.
Di recente ho avuto modo di vedere i due film tarantiniani di cui sopra spinto dalla curiosità in quanto veri e propri meme, e perché gente a me vicina ne ha tessuto lodi infinite (soprattutto per PF).
Due prodotti di assoluta qualità e ottima rifinitura, con trame coinvolgenti e personaggi ben costruiti. I dialoghi "particolari" (cui lo scrittore di fumetti Brian Micheal Bendis deve molto, seppur con uno stile diverso) sono l'arma a doppio taglio... a me personalmente piacciono, ma riconosco che ad altri (aka "menti meno raffinate") potrebbero risultare ostici. Altro tratto distintivo del regista Quentin Tarantino, il turpiloquio e la violenza. Il primo un po' di fastidio ammetto me lo dia (anche se sembra far parte di uno slang tutto americano), la seconda, con tutta il sangue versato, invece no.
Le Iene è più "rigoroso", Pulp Fiction si prende meno sul serio (la scena degli assraper però è stata decisamente un'esagerazione).
Ma alla fine, cosa rimane? C'è un messaggio, una morale, qualcosa che dovrebbe lasciarti pensare? A me personalmente, no, o per lo meno non lo trovo... Ecco: l'unica debolezza di questi due ottime opere, che non le fa diventare capolavoro, è proprio questa.
Ci rivediamo dopo la visione di Kill Bill (non trattenete il respiro, nel frattempo).
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