Non volevo farne un "BloGGhete consiglia" o un "BloGGhete (s)consiglia" perché non ho proprio un'idea precisa su questo autore...
Ho ritrovato a casa dei miei, nella camera che fu di mia sorella, per la precisione, la raccolta di racconti "compagni di sbronze". Incuriosito, visto che di questo autore non ho mai letto nulla, me lo sono preso e portato a casa.
Lo stile dell'autore prevede protagonisti trasandati, alcolizzati, senza un particolare interesse a tenere in ordine il proprio appartamento né il proprio aspetto fisico o/e che vivono situazioni di particolare disagio.
Questi racconti, per la maggior parte, si troncano di colpo, lasciando in sospeso situazioni, eventi e promesse.
Prendiamo per esempio il racconto che dà titolo alla raccolta:
un disperato è obbligato dagli eventi a fare il bracciante in un campo di frutta. I suoi due colleghi sono un energumero che fa dispetti (pesanti) a un piccoletto. Pochi chilometri più il là, oltre le colline, c'è la guerra: bombardamenti, esplosioni, tutto trema. I tre finito il lavoro vanno al bar più vicino (l'unico bar, forse). Al loro tavolo si siede una bella ragazza dai seni esagerati, che si capirà essere una prostituta. Il protagonista se la scopa (in realtà le lecca solo le tette e si fa fare un pompino perché le prestazioni della ragazza costano troppo). Torna al tavolo, e l'energumero raggiunge la tipa.
Mentre sono lì insieme, il piccoletto vessato, piangendo, annuncia la sua intenzione di farla pagare una volta per tutte all'energumero. Il protagonista gli dice che non interferirà. L'energumero torna dalla visita alla ragazza, e il piccoletto annuncia di non volersela fare. l'energumero lo prende in giro nuovamente, e il piccoletto gli fa una battuta che noi lettori capiremo essere una promessa di morte.
I tre escono dal bar.
Finisce il racconto.
E quindi?
Il giudizio non è totalmente negativo, sia chiaro. Però se avessi visto il piccoletto mettere in atto la sua vendetta sarei stato più soddisfatto. E non è nemmeno detto che la vendetta dovesse avere successo, chiariamo.
Però ci sarebbe stata una fine, un compimento. Invece resta tutto così, sospeso, indeterminato.
Altri racconti invece un finale, o un senso, ce l'hanno.
I due suprematisti che violentano e uccidono l'attore gay, per esempio.
L'uomo ludopatico che non accetta le avance della bionda perché deve ritirare l'auto dal gommista e andare a scommettere.
Quelli in cui viene messa in scena la vita dello scrittore e i dialoghi con i colleghi.
Bellissimi episodi.
Diciamo che forse non ho scelto l'opera più significativa di questo autore pluripremiato e pluriconosciuto.
Diciamo che, pur avendo avuto anche io i miei momenti no, non ho le esperienze sufficienti per capire l'ambiente in cui i personaggi (tra cui lui stesso) si muovono.
Diciamo che se mi capita, proverò altre sue opere. Magari un romanzo intero.
11 maggio 2020
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