Immagine che rende l'idea ma non corrisponde realmente ai protagonisti dell'evento |
Il colloquio me lo fa un vecchio coadiuvato da una ragazzina che praticamente fa da soprammobile, perché nonostante il suo capo le chieda due volte se vuole farmi qualche domanda, lei risponde di no.
Il vecchio inizia il colloquio recitando la parte del rimbambito che non capisce una mazza e devi ripetergli le cose due volte.
Poi improvvisamente si sveglia, e inizia a guardare i vari dettagli del mio curriculum e fare domande accettabili.
Poi passa agli "extra" e mi chiede:
- come mai, con la mamma che faceva la maestra elemantare non hai voluto proseguire gli studi?
- mi hai detto che fai nuoto... e a nuoto... si nuota e non si parla... e non mi hai parlato di quello che fai con gli amici... non sei uno che parla molto?
Quello che avrei voluto rispondergli è che:
- se non ho proseguito gli studi con la mamma maestra, forse è proprio perché ho la mamma maestra
- a nuoto si può parlare con i compagni di corso PRIMA & DOPO la lezione
Ma soprattutto:
se vuoi davvero risposta a queste domande, dovremmo metterci qui a parlare dei cazzi miei, a partire dall'infanzia in poi... pensavo di essere qui per un colloquio di lavoro, non per una seduta di psicoanalisi basata su elementi accennati superficialmente e/o loughi comuni inventati al momento per girare in negativo tutte le informazioni che mi vengono richieste.
Se avessi voluto una seduta dallo psicanalista/psicologo, ne avrei scelto uno a Milano, senza dovermi sciroppare 50 min, di automobile (andata & ritorno).
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