04 dicembre 2018

la storia di W+++++++

L'estate scorsa, mentre giravo in metropolitana, è apparso sulla carrozza un ragazzo, un cosidetto "clochard" o "homeless". I più cinici lo chiamerebbero "barobne".
Ci ha raccontato la triste storia di una malattia invalidante a una mano che non gli ha permesso più di fare il muratore e avendo la terza media non trova altro lavoro e la malattia non è riconosciuta tra quelle per cui puoi chiedere l'assegno di invalidità, per favore datemi qualche moneta, anche un avanzo di cibo per tirare avanti eccetera.
Una ragazza gli ha passato il contatto di una onlus che si occupa di casi simili ai suoi.
Un signore gli ha passato un biglietto da visita dicendogli di chiamare il suo socio in affari che gli trovava una sistemazione.

Questo episodio mi ha ridato speranza nel genere umano.

Supportato dal fatto che questo W++++++, per un po' non l'ho più rivisto.

Poi invece, domenica scorsa... eccolo di nuovo lì.

NON sto dicendo che non ci abbia provato. Che non abbia telefonato al socio, che questo non gli abbia potuto proporre un lavoro. Magari è successo, magari il ragazzo ci ha provato ma non ha funzionato.

Fatto sta che a dicembre era ancora lì a chiedere aiuto (molto gentilmente e umilmente, eh!), un fazzoletto di carta, un'aspirina, qualsiasi cosa va bene.

Non voglio essere tra i cinici. Ma questi cosa direbbero?

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