17 settembre 2012

TtA#21 - Fratello Nicodemo II -

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Il locale ristagnava di fumo, odore di fritto e musica fastidiosa. I tavoli in legno erano pregni dell’unto dei cibi e sfregiati dagli “io sono stato qui” lasciati da avventori maleducati e narcisisti. La cameriera guardò le lancette dell’orologio a muro augurandosi che il loro scivolare verso la fine del turno accelerasse, quando la sua attenzione fu colta dall’entrata di un uomo in saio. Cappuccio calato sul volto e mani incrociate nascoste dentro le larghe maniche, si sedette al posto libero al bancone. I pochi avventori presenti lo fissarono sorpresi per qualche secondo, poi tornarono a pensare ai loro problemi da affogare in alcol e porcherie ipercaloriche. La cameriera si diresse ancheggiando verso di lui, masticando vistosamente la gomma americana che ormai non sapeva più di menta.
«Il signore desidera?» chiese in tono quasi provocatorio.
«Nostro Signore desidera solo il nostro bene» rispose il frate impassibile.
«Intendevo dire, le porto qualcosa, padre?».
«No, non sono tuo padre».
«…».
«Al massimo fratello».
«Scusa?».
«Al mondo siamo tutti fratelli».
«Oh, scusa, chissà cosa avevo capito» rispose lei ironica. «Qui c’è l’obbligo di consumazione. Almeno un cappuccino lo devi prendere».
«Chissà perché danno tutti per scontato che io voglia un cappuccino».
«Perché sei un prete?».
«Non sono un prete».
«Oh, nervosetto? Te lo faccio decaffeinato?».
«Una Kapuziner».
«Scusa?».
«Una birra».
«Oh, certo» rispose lei sorpresa.
Fece il giro del bancone e iniziò a spillare la birra. «Non pensavo voi preti beveste alcol».
«Non sono un prete. E ammetto di fare molte cose inconsuete per molti miei fratelli».
«Uhm».
Appoggiò la birra sul bancone sporgendosi in avanti, mettendo in bella mostra la scollatura.
«E tra le cose inconsuete cos’altro c’è?».
«Oh, non credo che ti piacerebbe saperlo».
«Uh, magari sì. Alle ventidue spaccate scappo da questo postaccio. Ci vediamo sul retro?».
«Se proprio vuoi» rispose lui facendo capolino dal suo cappuccio.
«Finalmente ti vedo in faccia» rispose lei. «Hai anche un nome?».
«Chi vuole può chiamarmi Nicodemo».
«Ciao Nicodemo. Sono Heater».
«Lo sapevo già».
«La mia fama mi precede?».
«La tua fama mi porta verso di te».
«Lusingata. Sei stato fortunato che questa sera non si sia presentato nessuno d‘interessante».
«Lo prendo come un complimento».
«Allora a dopo» disse lei ridendo mentre si dirigeva verso un tavolo da pulire.
Alle 22.17 la cameriera attendeva già da un po’ sul retro del locale. Si guardò intorno. Il vicolo pareva deserto. Che il prete, fratello o monaco o il diavolo che era le avesse tirato un bidone? Certo, riuscire a traviare un uomo di chiesa sarebbe stato un bel colpo. Ma sentiva che questo aveva qualcosa di strano… che la attraeva e rifuggiva allo stesso tempo. Frugò nervosa nella borsetta, e tirò fuori un pacchetto di sigarette già iniziato. Ne prese una, la fissò e questa si accese. Tirò due boccate spazientita, poi fece per andarsene. Il frate sbucò dall’ombra in quel momento.
«Mi hai spaventata» gli gracchiò contro.
«Carino il trucco della sigaretta» disse lui.
La cameriera fece per scagliarsi verso di lui, ma l’uomo tirò fuori un aspersorio.
«No, senti, possiamo parlarne!» supplicò lei.
«Succube?».
«Come passatempo. Una ragazza deve pur divertirsi in qualche modo».
Lui la fissò di sbieco.
«Ok, sì, ma solo per arrotondare lo stipendio».
Lui la guardò ancora peggio.
«Va bene, sono una maledetta succube venuta qui dritta dall’inferno per sedurre uomini piacenti, nutrirmi della loro energia vitale e far finire le loro anime all’inferno dove il mio capo potrà tormentarle per l‘eternità».
«Hai riptetuto due volte “inferno”».
«Sono nervosa».
«Nome?».
«Quello da demone? Scordati che ti dica…».
«Quello del tuo capo» la interruppe il frate, «Che vuoi che me ne freghi di una sciacquetta alle prime armi!».
«Hey, ho centosettantadue anni di onorato servizio!».
«A casa ho sandali più vecchi di te».
«Ma tu indossi anfibi!».
«I sandali li colleziono».
La succube rimase interdetta. Quest’uomo, era da prendere sul serio oppure no?
«Te l’avevo detto: faccio cose inconsuete anche per i miei fratelli. Ora: puoi dirmi il nome?».
«Te la sei presa perché ho cercato di sedurti? Cazzo, è la mia natura, non posso non farlo».
«E io non posso non fare quello che va fatto. Il nome, grazie».
«Non posso dirti il nome, diavolo, Nagarotto mi ucciderebbe».
«Nagarotto? Diavolo tormentatore adorato dal Patriarcato Nero?».
La succube, capendo di averla fatta grossa, si lanciò addosso al frate. Questi le gettò addosso acqua santa dall’aspersorio, ma lei gli era già addosso che cercava di mordergli il volto.
«Signore Gesù Cristo» recitò lui, a fatica, schiacciato a terra dalla nemica. «Verbo di Dio Padre e Signore dell'universo, tu hai dato agli Apostoli il potere di scacciare i demoni nel tuo nome e di vincere ogni assalto del nemico…».
Combattere e parlare gli veniva difficile, ma resistette e continuò:
 «Ti supplico di infondere in me la tua forza perché, saldo nella fede, possa combattere lo spirito maligno che tormenta questa… questa…».
  Davanti al suo esitare, la succube sibilò trionfante. Schizzi della sua saliva gli colpirono il viso, scottandolo e sfrigolando sulla sua pelle. Il frate rotolò di lato, lasciando sotto di sé la nemica. Le mise le ginocchia sulle braccia per bloccarla.
«Ti ordino, Satana, seduttore del genere umano: riconosci lo Spirito di verità e di grazia, lo Spirito che respinge le tue insidie e smaschera le tue menzogne. Esci da questa creatura».
«Hai sbagliato la formula, cretino!» lo schernì lei.
Nicodemo, rabbuiato e un po’ in agitazione, estrasse una Bibbia dalla manica del saio e iniziò a colpire la nemica sulla testa. La pelle sulle contusioni del viso della ragazza iniziò a screpolarsi, a sfaldarsi e a cadere, mostrando il vero volto, allungato e dalla pelle scura, del demone che era realmente. Il frate proseguì a colpirla con maggior forza, come in preda a un furore sacro. Il corpo della succube aveva iniziato ad ardere. Nicodemo,standole seduto addosso ne sentì il calore e fu costretto ad alzarsi. Recuperò l’aspersorio e le gettò addosso l’acqua santa in esso contenuto. Il demone giaceva ora a terra fumante, in un odore di gomma bruciata.
«Amen» disse il frate facendosi il segno della croce. «Sarà morta?» si chiese, tirandole un calcio con la punta degli anfibi Non vide nessuna reazione, aspettò un attimo, e la scalciò di nuovo.
 La succube si destò, scattò in piedi e lo spinse contro alcuni bidoni della spazzatura, facendolo rotolare per terra per alcuni metri. Il frate cercò di alzarsi e recuperare la Bibbia, tenendosi le costole che gli dolevano. Lei gli fu addosso e lo schiacciò di nuovo a terra. Il frate iniziò a recitare le sue ultime preghiere:
«Signore, ti prego perdona i peccati di questo tuo umile servitore che troppe volte…», per fermarsi quando si accorse che nulla succedeva.
Aprì gli occhi e guardò quello che restava di Heater: era ormai una statua inerme di carbone, quasi un fossile. L’uomo raccolse le sue forze e se la levò di dosso. Questa cadde a terra fracassandosi in mille pezzi di polvere nera. Nicodemo si rialzò e si ricompose, ridendo nervosamente.
«Cosa sta succedendo?» urlò il proprietario del bar, uscendo in quel momento dalla porta sul retro. «Oh, niente, dei vandali stavano dando fuoco alla spazzatura. Li ho scacciati e ho spento le fiamme. A momenti mi scottavo».
«Oddio! Tutto bene, frate?».
«Sì, mi ha chiamato con il titolo giusto! Il primo, stanotte!».
«Scusi?».
«Sì, tutto bene» rispose lui sospirando.
«Vuole entrare? Sistemarsi in bagno? Vuole qualcosa da bere?».
Lui ci pensò su un attimo.
«Magari un cappuccino. Decaffeinato, però».
«La facevo tipo da birra» rispose l’altro.
«Con il rispetto dovuto, la Kapuziner, qui, è un po‘ annacquata».
«Oh, mi dispiace non le sia piaciuta. Deve essere stato il fondo del barilotto. Le offro una Franziskaner?».
«Oh, come posso rifiutare?».
«Senta, fratello» chiese il proprietario facendogli strada nel locale, «Vorrei parlarle di una mia dipendente, una cara ragazza, ma temo stia prendendo una brutta strada. Vede, questa ragazza, che si chiama Heater…».


Le preghiere di esorcismo sono tratte da: http://esorcismo.altervista.org/esorcismo_maggiore.htm

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