Viviamo in un Paese, che, inutile dirlo, ha i suoi problemi, e ne ha tanti. Resta comunque una delle 8 Nazioni più importanti del Mondo. Come diceva Gaber, ne siamo alla periferia, ma meglio essere periferici che sperduti nel nulla.
Possiamo ancora permetterci una democrazia che ci fa andare a votare su fattori (più o meno) importanti che determineranno la nostra vita (di tutti i giorni e politica). Poi che uno si voglia informare o meno su cosa o come votare, sono cazzi suoi, la possibilità di farlo c'è, eccome, e se non lo fai è colpa tua.
La possibilità di dire un SI o un NO ce l'abbiamo. Ed è un diritto ottenuto con tante lotte nel corso degli anni e dei secoli (la Rivoluzione Francese, ad esempio, dice nulla?) dai nostri antenati, perché noi oggi potessimo decidere di passare la domenica al mare e lasciare i seggi semideserti.
Esprimere il proprio voto dovrebbe essere un DOVERE non solo nei confronti degli antenati di cui sopra, ma nei confronti di coloro che vivono in regimi (ancora) totalitari e non possono esprimere la propria opinione.
Oltretutto, organizzare un referendum non è cosa da poco: è una spesa che noi (ri)paghiamo poi con le tasse.
Non sai cosa votare? Vai lì e fai "scheda bianca" o "scheda nulla".
Vuoi che vinca il NO? Vai lì e voti NO, non inviti tutti all'astensionismo.
Auguro a tutti questi astensionisti di rinascere, nella prossima vita, nel Darfour (con tutto il rispetto per chi vi vive).
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