16 aprile 2009

tanta voglia di forca

QUI trovate la fonte, nel caso non ci crediate


Si sente male al volante, linciato in strada
di Maria Elena Vincenzi
Scambiato per pirata delle strada, linciato, ridotto in fin di vita. E ora, dopo qualche giorno in terapia intensiva, Gianfranco Gargiulo è fuori pericolo ma resta ricoverato al reparto di neurologia subintensiva del Gemelli.

Una storia degli equivoci, secondo i parenti della vittima, con un finale tragico. Giovedì scorso, il 9 aprile, Gianfranco Gargiulo, stava tornando a casa dopo il lavoro a bordo della sua macchina. In via dell´Acqua Fredda, all´incrocio con via Boccea, si sente male. Una crisi ipoglicemica gli fa perdere il controllo dell´auto. E lo fa urtare contro un altro veicolo, la macchina si cappotta e va a sbattere contro altre vetture. Scatta una reazione a catena e l´incidente coinvolge in tutto 11 mezzi.

La velocità era ridotta, i feriti sono tutti lievi, compreso Gargiulo. Che, però, poco lucido per il malore o forse impaurito per la reazione degli altri automobilisti, decide di incamminarsi verso casa. «Mi sentivo morire - ha detto al fratello - volevo tornare a casa dalle mie bambine». Ma nemmeno il tempo di allontanarsi e viene aggredito da alcune delle persone coinvolte nell´incidente. Pugni, calci, insulti. A cui si uniscono anche quelli di alcuni passanti. Lo accusano di essere un pirata, di aver tentato di scappare. E viene lasciato in terra con un trauma cerebrale per cui ha subito un intervento di quasi quattro ore. Lo ritrova la polizia e quando arriva al Gemelli è in fin di vita.

Ma l´agonia non è finita. Continua il giorno dopo quando giornali e televisioni parlano di un pirata della strada che ha causato un incidente in zona Boccea. A quel punto i parenti di Gargiulo decidono di raccontare la loro versione. «Mio fratello è un ingegnere, un padre di famiglia con due bambine piccole, una bravissima persona - dice Corrado - non ha mai preso una multa. Non è un pirata della strada, non sarebbe mai scappato. E se è successo tutto ciò è solo perché si è sentito male». E le analisi del sangue a cui è stato sottoposto rivelano una anomalia glicemica, ma nessuna traccia né di alcol, né di droga. In compenso, per le botte, oltre a un trauma cranico, ha lividi sul viso, sulle braccia, sulla schiena.

«I giustizieri della strada - spiega la cognata - dovrebbero andare al Gemelli e guardare negli occhi lividi e gonfi il pirata giustiziato e spiegarci come e quando hanno deciso di credere che la giustizia che condanna la violenza si deve servire della violenza per trionfare e spiegare com´è possibile che un uomo venga pestato a morte solo perché a 1 km da casa ha avuto un malore». (15 aprile 2009)




Capisco che certi fatti, gonfiati dai giornali(sti), con tute le loro parole altisonanti che sembrano uscite da un romanzo incitino le folle, e capisco che ognuno di noi si incazzi per motivi "stradali" (ah, giusto una settimana fa mi stavano tirando sotto mentre attraversavo al semaforo col verde), però credo che il vecchio adagio secondo cui PRIMA bisogna pensare, e POI agire, sia sempre attuale.

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