Si, ok, di Gundam ce ne sono millemila: io intendo la serie "classica", quella con Amuro Rey, che ai miei tempi si chiamava Pittèrrei pronunciatosempretuttoinsiemenomeecognome, più o meno come nel caso di Charlie Brown.
Il cartone giapponese arrivò in Italia di straforo negli anni '80, e leggenda vuole che per questo motivo non fosse più replicato, fino a quando, pochi anni fa, qualche anima pia non ne acquistò lecitamente i diritti per poi ridoppiarlo (e qui sorge in me un dilemma: meglio la prima versione sgrausissima e da pezzenti, o quella attuale seria e fedele?), perdendo però la sigla nostrana fatta all'epoca (e con tutto il rispetto verso il Giappone, questo, è un dispiacere).
Di cosa parla Gundam? No, non è il solito "anime" dove un esercito alieno tenta di invadere la Terra attaccando con un robot per volta e venendo respinto dall'unico robot terrestre che vince sempre. In Gundam la Federazione Terrestre è in guerra contro una propria colonia autoproclamatosi l'indipendente Principato di Zeon. Questa guerra si combatte anche nello spazio, a botte di robottoni che hanno un po' la valenza di un carro armato o di un aereo da guerra ai giorni nostri. E il Gundam è l'arma segreta che potrebbe dare una risoluzione a questo conflitto.
In questo cartone si parla di civili in fuga arruolati forzatamente, della fedeltà tra compagni, di amicizie, e amori. E non si disdegna di guardare la vicenda anche con gli occhi del nemico e di coloro ad esso legati.
Alcuni momenti di questa serie insegnano sulla guerra molto più delle geste eroiche narrate in molte opere. Perché qui ci viene spiegato perché la guerra NON dovrebbe essere fatta.
Ah, concludiamo con la sigla:
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