27 marzo 2012

B I T C H S L A P

Tre ragazze giungono con una macchina d'epoca nel bel mezzo del deserto alla ricerca di un bottino di diamanti sepolto vicino a una roulotte. Queste sono Trixie, una spogliarellista ingenua e sensibile, Camero, una spietata killer che fa il corriere della droga, e Hel, un'importante donna d'affari. Nel bagagliaio della loro Ford Thunderbird hanno incastrato Gage, il pericoloso trafficante che ha sottratto i diamanti e quindi l'unico che conosca il punto esatto dove scavare. Andando progressivamente a ritroso nel tempo, emergono molti dettagli sul passato delle tre ragazze e sulla misteriosa figura di un vendicatore spietato e sconosciuto: Mr. Pinky.
Finalmente sono riuscito a vedere questo film che mi aveva incuriosito molto, soprattutto per le fattezze delle tre protagoniste, tra cui America Olivo, nostra vecchia conoscenza). Cosa dire? Geniale. E' un film trash-chic con tette, proiettili, botte da orbi, amoreggiamenti lesbo-chic, e soprattutto molta autoironia (vedi i ricorrenti flashback che con il proseguire del film chiarificano perché si sia arrivati a quel punto, narrativamente parlando). Una celebrazione di un certo genere di film d'azione/erotico, sin dai titoli di testa. Che dire? Per intenditori (di film d'azione, di belle donne, di cinema, di ironia eccetera). Doveroso un excursus sulle tre protagoniste: America Olivo, Julia Voth, Erin Cummings.

25 marzo 2012

Christos Tsiolkas - Lo Schiaffo

Il barbecue organizzato da Hector sarebbe un normale barbecue della Melbourne cosmopolita dei nostri giorni se... se non accadesse l'impensabile. Hugo, il putto tanto bello quanto pestifero, forse perché ancora allattato dalla mamma ed educato secondo i nefasti principi della più sfrenata anarchia, con grande disgusto di Hector e dei suoi, sferra un calcione negli stinchi di Harry. E il cugino Harry platealmente, lentamente, leva in alto il braccio a fendere l'aria e poi a colpire il bambino con uno schiaffo che echeggia nell'aria e incrina il crepuscolo. Da quel momento l'esile equilibrio di quella piccola comunità, fatta di culture e mondi differenti, crolla. E i risentimenti, i pregiudizi sociali e razziali, le differenze di sesso e di età, riaffiorano prepotentemente, a scavare abissi incolmabili
La cosa affascinante di questo libro è che la trama viene portata avanti in ogni capitolo grazie alla narrazione vista dal punto di vista di un personaggio diverso. Se ne scoprono vizi, ipocrisie, idiosincrasie (che bello usare paroloni difficili) e ben pochi pregi. In una società multietnica (e a noi europei forse un po' sconosciuta) come l'Australia non possono che covare diffidenza, invidia e pregiudizio, amplificati dai difficili rapporti tra persone (mogli che odiano il cugino del consorte, che a sua volta disapprova il marito dell'amica della moglie e l'educazione che danno al figlio, finti alternativ-liberal che vogliono rovinare la gente per pura cattiveria mascherata da ricerca della giustizia). La storia è accattivante e ti prende (personalmente i capitoli dedicati ai due adolescenti me li sarei risparmiati, mentre avrei dato più spazio all'aborigeno convertito all'islam), ma ogni tanto nella lettura ci si perde e non si capisce più chi fa cosa e chi parla con chi. Uno scorcio di Australia, che a noi europei suona come un luogo sconosciuto, frammento di occidentalità sconosciuta e lontata, impiantata agli antipodi del nostro mondo. P.S.: ho appena scoperto che ne hanno fatto uno show tv

07 marzo 2012

Esterofilia

Vestito da pirata sarebbe fichissimo, vero?


Il Capitano Jack Sparrow, tradotto in italiano diventa Capitano Giacomo Passerotto.
Per noi Sparrow suona terribilmente figo, perché la maggior parte di noi non associa nome/significato, cosa che invece gli anglofoni sono costretti a fare. E non mi sembra che il personaggio non abbia avuto successo a causa di ciò. Discorso applicabile anche a diversi altri personaggi di fantasia (Luca camminatoredelcielo, Pietro Parkeggiatore, Bruno Stendardo) o, addirittura, personaggi reali (Tommaso Crociera, Giorgio Cespuglio e suo figlio Giorgio W. Cespuglio... potrei andare avanti per ore).

mi chiedo come mai ci sia tanta esterofilia e così tanto osteggiare i prodotti nostrani, tenendo conto che ciò che per noi è estero, nel Paese da dove proviene risulta essere nostrano. Che al di là delle alpi siano tutti patrioti e noi ci vergogniamo di noi stessi?